Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me
Libro di Cielo Vol. 20 - Luisa Piccarreta
19 Dicembre 1926
Fiat!!!
Come nella Creazione la Divinità bilocò la sua Volontà; natura di Essa (è) la felicità. Come si costituì atto di tutto. Possesso che vuol dare alla creatura.
Continuavo il mio stato di abbandono nel Supremo Volere e come giravo con la mia mente in tutta la creazione per seguirlo in tutte le cose create e fare la mia volontà una con la Sua, per formarne un atto solo col suo, il mio sempre amabile Gesù soffermandosi mi ha detto:
“Figlia mia, la Divinità nel mettere fuori la Creazione bilocò la sua Volontà ed una rimase dentro di loro per il loro regime, gioia, felicità, contenti e beatitudini innumerevoli ed infinite che possediamo perché la nostra Volontà ha il primo posto in tutti gli atti nostri, l’altra nostra Volontà bilocata andò fuori di noi nella Creazione per darci anche esternamente onori e gloria divina, felicità e gioie innumerevoli.
Perché per la nostra Volontà, le gioie, le felicità, le beatitudini che possiede come doti proprie, sono proprie della sua natura e se non mettesse fuori di sé queste beatitudini e contenti innumerevoli che possiede, sarebbe per Essa una cosa contro sua natura.
Ora la Maestà Suprema col fare uscire la nostra Volontà bilocata in tutta la Creazione, per farla costituire vita ed atto di ogni cosa creata, mise fuori di sé innumerevoli ricchezze, beatitudini e gioie senza numero che solo la Potenza dell’Eterno Fiat poteva conservare, mantenere il regime, per non farle mai perdere la loro integrità e bellezza.
Ora tutte queste proprietà uscite da noi, mentre ci glorificavano dandoci la gloria di tanti atti continui e Divini per quante cose create uscirono alla luce, erano stabilite come proprietà delle creature, che unificando la loro volontà alla nostra, avrebbero dovuto avere il loro atto in ciascun atto di Essa, in modo che come loro avrebbero avuto l’atto Divino della nostra Volontà in ciascuna cosa creata, Noi avremmo avuto l’atto della creatura, trasfuso come se fosse uno solo.
Con ciò sarebbero venute a conoscenza delle loro ricchezze, conoscendole, le avrebbero amate ed avrebbero acquistato il diritto di possederla.
Quanti atti divini, non fa il mio Supremo Volere in ciascuna cosa creata, mentre le creature non conoscono neppure l’anticamera di questi atti?
E se non li conoscono, come possono amarle e possederle se sono per loro ignote?
Sicché tutte le ricchezze, le felicità, gli atti Divini che ci sono in tutta la Creazione, per le creature sono inoperose e senza vita e se qualcosa ricevono, non è come proprietà ma come effetto della Bontà Suprema che da sempre dà del suo come elemosina anche a chi non ha diritto di possesso, altri poi li prendono come usurpazioni.
Perché per possedere questi beni che il Padre Celeste ha messo fuori nella Creazione, la creatura deve fare la sua vita, deve elevarsi all’unione di quella Volontà Divina, per lavorarci insieme, fare i medesimi atti, conoscerli per farli in modo da poter dire: “ciò che fa Essa faccio io”, con ciò acquista il diritto di possesso in tutti gli atti, di questa Suprema Volontà; e quando due volontà formano una sola, il mio ed il tuo non esiste più, ma con diritto ciò che è mio è tuo e ciò che è tuo è mio.
Ecco perciò la causa per cui il mio Supremo Volere ti chiama, ti aspetta in ciascuna cosa creata per farti conoscere le ricchezze che ci sono, per farti ripetere insieme con Essa i suoi atti Divini e darti il diritto di possesso, tu stessa diventi roba sua, resti sperduta nelle sue immense ricchezze e nei suoi stessi atti ed oh come gode il Fiat Divino nel renderti proprietaria delle sue immense ricchezze!
E’ tanto il suo desiderio che ha, di costituire le sue ereditiere che, si sente doppiamente felice quando vede chi conosce i suoi possedimenti, che fa suo, il suo atto divino, tanto che anche se vide che l’uomo col sottrarsi alla sua Volontà, perdette la via per giungere a possedere questi suoi domini, non si arrestò, ma nell’eccesso del suo amore e del suo lungo dolore nel vedere inoperose le sue ricchezze, per il bene delle creature, come il Verbo Eterno si vestì d’umana carne, così si costituì vita di ogni loro atto per formare altri beni per loro; aiuti possenti e rimedi efficaci, più alla portata dell’umanità decaduta, per realizzare lo scopo di far possedere ciò che è stato messo fuori nella Creazione.
Non c’è cosa che esca da noi senza questo scopo: che la creatura in tutto ritorni nel nostro Volere, se ciò non fosse ci renderemmo estranei alle opere nostre.
Sicché, figlia mia, lo scopo primario della Creazione e della Redenzione, è che tutto sia Volontà nostra, in Cielo ed in terra, perciò dovunque scorre, dappertutto si trova, per fare tutto suo e dare tutto ciò che ad Essa appartiene.
Perciò sii attenta nel seguire le opere nostre, appaga questo desiderio così insistente del mio Supremo Volere, che vuole chi possiede i suoi beni”.